venerdì 21 giugno 2013

Nigeria: controversie e appelli internazionali sulle norme anti-gay







TRADUZIONI DI STEFANIA GLIEDMAN
Mentre le ultime notizie segnalano ulteriori attacchi sanguinosi degli islamisti (ieri altri 9 studenti uccisi, dopo i 13 di domenica, nel nord-est del Paese già in stato d'emergenza, per mano della brigata Boko Haram come punizione "per aver aiutato l'esercito"), rimane assai controversa la questione sui matrimoni gay.  

Nel corso di una cena in suo onore tenutasi a Praga i 13 giugno, il presidente del Senato David Mark ha ribadito che le norme approvate a fine maggio all’unanimità dal Parlamento, con cui si vietano le unioni omosessuali ma anche gesti di effusione in pubblico, è da considerarsi irreversibile. Anche perché queste sembrano avere ampio sostegno popolare, per via del via del diffuso sentimento anti-gay, come del resto in gran parte dell’Africa sub-sahariana -- fino a divenire cultura dell'omofobia. Si tratterebbe comunque di un forte giro di vite a scapito della comunità omosessuale, già oggi perseguibile legalmente e costretta a un’esistenza nella clandestinità. 

Per l'entrata in vigore si attende la firma del Presidente Goodluck Jonathan: oltre a punire con 14 anni di carcere sia chi contrae sia chi celebra matrimoni di coppie dello stesso sesso, la legge dichiara che “chiunque si iscriva, gestisca o frequenti club, società o organizzazioni gay, oppure che direttamente o indirettamente faccia mostra di relazioni sentimentali con individui dello stesso sesso, commette un reato e sarà punito con 10 anni di carcere".  

Chidi Odinkalu, presidente della Commissione nigeriana per I diritti umani, ha fortemente criticato il provvedimento, a suo avviso incostituzionale. L’attivista per i diritti dei gay Bisi Alimi sostiene che la legge è in realtà il tentativo di sviare l’attenzione dai veri problemi del Paese, aggiungendo: “qualora il Presidente desse il suo benestare, [la Nigeria] diventerebbe il primo Paese nella storia contemporanea a criminalizzare i gay in seno alla costituzione. Le conseguenze si faranno sentire. Poi sarà il turno dell’Uganda, e poi della Sierra Leone”. 

Ayo Sogunro, giovane scrittore nigeriano, commenta così sul suo blog: “Ci opponiamo all’uso della legge per prendere di mira un gruppo di individui che non rappresentano in nessun modo una minaccia per la vita o la proprietà dei nigeriani. Siete liberi di giudicare intollerabile un omosessuale, […] ma metterli in carcere, o non dire nulla mentre qualcun altro lo fa, vi mette allo stesso livello dei nazisti che odiavano gli ebrei, o dei bianchi dell’Apartheid che odiavano i neri in Sudafrica.  

Ancor più grave è la criminalizzazione delle associazioni a tutela dei diritti gay. Qualsiasi studente di diritti umani potrebbe dirvi che il tentativo di proibire discussioni o sostegno ai matrimoni gay è tanto sbagliato quanto mettere in galera i fan dell’Arsenal. La situazione nigeriana non è certo divertente, e sono sicuro che i giudici non tarderanno a dichiarare incostituzionale quest'aspetto della legge. È già sbagliato di per sé mettere in carcere i gay, ma imbavagliarne i sostenitori è ripugnante per qualsiasi idea di giustizia”. 

da La Stampa.it

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